User talk:Gianfranco/O tempora
A proposito della mia aggiunta alla pagina di it.wiki sul modello di voce da seguirsi nelle biografie, poiché chiamato in causa, ed a discussione che pare chiusa, preciso a fini storici che:
- Il fatto che la sezione sia stata chiamata "consecutio temporum...", non significa che non conosca il significato della locuzione ed il suo uso più comune. Occorreva però un titolo breve e "ricordabile" (se scrivessi "memorabile" direste che ho l'immodestia dell'arcaico) e questo mi sembrò adatto. Potrei forse cavillare sulla consecutio, ma a parte che non sono interessato ad aver ragione, chi ne va discettando avrà certamente un buon vocabolario quindi non occorre cavillare e vi risparmio le citazioni. Stanti le modifiche recenti, del resto, sarà il caso di parlare piuttosto di persecutio temporum...
- L'assunto che il contenuto della sezione sia invalido perché inopportuno il titolo, sottende percorsi logici - o magari anche ragionamenti - che decisamente mi sfuggono.
- Quella sezione si rese a mio avviso necessaria perché sui tempi verbali vi era una confusione indicibile e ciascuno scriveva a modo suo senza alcuna omogeneità. Un problema degli inizi (non giurerei oggi risolto) era perciò la sovrapposizione di edit con tempi verbali diversi, cosa che rendeva gli articoli linguisticamente e logicamente raccapriccianti anche ai non puristi. A mio modo di guardare, che si avesse un articolo scritto d'una maniera ed un altro di analogo argomento scritto differentemente, non mi pareva vantaggioso sotto alcun aspetto. Nonostante le dotte disquisizioni, continuo a ritenere che non solo gli articoli di WP debbano esibire omogeneità di stesura nel corpo del prodotto di WP, ma che anche rispetto alle altre enciclopedie debba esservi uniformità nell'uso dello strumento comunicativo (la lingua). L'innovatività di WP non risiede affatto nel linguaggio usato. Resta una enciclopedia. Tecnologicamente avanzata, ma enciclopedia. Una regola occorreva dare - almeno così ritenni - e la raccolsi dalle regole della lingua italiana, per come le avevo apprese, e dagli usi delle altre enciclopedie, per come le avevo lette.
- Può anche darsi che quel testo sia apparso senza preventiva consultazione con altri utenti (a parte Tomi, forse). O meglio: discussioni generiche sulle pagine di aiuto sicuramente vi furono con i Wikipediani di en.wiki e le lacune furono colmate con i loro suggerimenti - ma al modo italico (non traducete in more italico: non solo lo Humour scarseggia, ma non ce n'è nemmeno la voce in latino). Ma che questa "regola" sia stata discussa lo dubito fortemente.
Per vostra... regola sappiate che buona parte delle pagine di aiuto che furono scritte allora, condividono storia e consensi di questa. Non avevamo a disposizione tutti questi illuminati luminari per scrivere, ma scrivere si dovevano oscure pagine, cupamente come ci venne meglio fare. Chi ha avvertito malesseri di qualsiasi genere alla lettura di "quelle" prime pagine di aiuto, disponga quanto opportuno per una coerente igienica revisione di tutto ciò che allora fu fatto, perché mi risulta che molta parte di quel lavoro sia ancora presente ed ancora capace di "intossicare" eventuali immacolati ingegni.
La differenza fra allora ed oggi, però, è che oggi altri utenti con cui discutere e raggiungere un consenso ci sarebbero, se si vuole tenerne conto. Con chi si sarebbe dovuto convenire, se non c'era nessuno?
Colpi di mano come quelli odierni, allora non potevano non farsi se si voleva far qualcosa, oggi che interlocutori ce ne sarebbero, non possono non farci interrogare su quale sia il grado di consenso raggiunto. - E' possibile che l'italiano, inteso come lingua, possa essere studiato e conseguentemente appreso in modi diversi. Ogni lingua viva è per sua natura oggetto di mutazioni ed anche il suo studio può essere differenziato per ragioni sociali, culturali, etniche, economiche, geografiche (ad esempio orografiche) etc. Ciò detto, con sforzo di umiltà non credo di averlo studiato da cattivi maestri, se poi la colpa, come immediatamente facile, vorremo darla a questi. Non ho quindi scritto fantasiosità, non ho "inventato" delle regole di italiano, ho solo riassunto ciò che a me fu con scrupolo insegnato e che nel tempo ho verificato essere suffragato da fatti di qualche significato. Mi spiace non poter restituire all'imperioso edit di Nemo bis l'appellativo di "ridicolo", perché la sua azione suscita invece poco sorridenti perplessità. Ad ogni modo, il senso del ridicolo è sempre soggettivo e Nemo bis ha tutto il diritto di averne una sua versione. La lingua invece è convenzione, chi perciò sceglie di essere anticonvenzionale sappia ammettere che la sua è scelta di diversità. Il "diverso" - giusto o sbagliato che sia - non è chi segue le convenzioni. Nemmeno per la lingua. E chi elargisce lezioni, ma forse è convenzione anche questa, conosca prima le convenzioni che regolano la materia.
- Ringrazio gli utenti intervenuti per i consuetamente cortesi aggettivi, ma purtroppo ciò che evitabilmente ne ho potuto apprendere, non è su di me.
Wikipedia è un wiki. Decide la comunità che la cura, se essa deve avere una forma od un'altra. Il mio umillimo auspicio è però che si scelga per il bene, per la serietà e per il buon gusto. Nell'amplificazione di forme linguistiche adatte al giornalismo, WP non serve a niente: ci sono già i giornalisti che le amplificano, probabilmente fieri dell'avallo (per qualcuno anche autorevole) che da soli danno alle loro stesse semplificazioni, e WP non è un giornale. In più Wikipedia non deve innovare se non nei metodi e nei caratteri che essa stessa ha scelto come distintivi. Che questi riguardino anche la lingua, in tanti anni non l'avevo mai letto né in it.wiki né in altre versioni.
- Posso sbagliare, ma sinora ho letto solo in it.wiki dell'inopportunità presunta del passato remoto.
- Posso sbagliare, ma i testi storici più seri mi pare che usino il passato remoto e non il presente storico.
- Posso sbagliare, ma mi pare che il presente storico risulti più adatto alla sceneggiatura di un film, non ad un (serio) articolo di WP.
- Posso sbagliare, ma mi pare che una crociata contro il passato remoto, che è regola della lingua e non di WP, che solo la raccoglieva, sia abbastanza fuori luogo. Del presente storico si potrebbe discutere se gli interlocutori, invece di classificare come integralista chi non è d'accordo con loro, fossero davvero aperti alla discussione e non invece strenuamente dedicati al loro credo. In mancanza di disponibilità, nessun dialogo è possibile.
Wikipedia può essere preziosa per preservare dati della conoscenza - e fra questi anche la lingua - che le scorciatoie di comodo mandano al macero, dati che verrebbero o che erano stati sopraffatti dall'incedere delle susseguentisi dominazioni culturali. E' nell'opera di preservazione (non mera conservazione) che WP trova la sua ragion d'essere.
E', il suo miglior risultato, nel trasmettere a chi non abbia modo di trovarlo altrimenti, ciò che d'ordinario non è economicamente o politicamente o culturalmente vantaggioso trasmettere e che dunque la cultura dominante non trasmette; al modo di WP, senza cioé teorie originali e senza innovazioni metodologiche nella resa dei concetti. Se la cultura dominante non trasmette i congiuntivi perché ciò potrebbe risultare scomodo - che so - a qualche politico di poca prosa o a qualche velina o a chissà chi, WP non si renderà per questo complice del loro seppellimento, ma li preserverà perché qualcuno un giorno possa riassaporare il piacere della loro corretta coniugazione.
E lo stesso vale per il passato remoto, signori cari. Abbiamo una lingua splendida, che ad usarla come si conviene non son capaci tutti gli italiani e dinanzi alla quale gli stranieri spesso rinunciano più che dinanzi al russo.
Usiamola al suo meglio, noi che l'abbiamo nostra, facciamola vivere di tutta la sua ricchezza creativa e trasmettiamola con l'esempio e l'uso. Non arrendiamoci dinanzi alla difficoltà di ricordare quel tal passato remoto irregolare (cuocere, ad esempio, lo sapete a mente tutto tutto?), ristudiamocelo piuttosto, se è l'amor di conoscenza che ci ha spinto qui.
Diamo a chi ci legge il piacere di apprezzare che abbiamo profuso impegno, in un'opera di volontariato, perché il risultato fosse il più curato possibile.
Diamo a chi sfrutterà WP per prepararsi e per superare una condizione di differenza, uno strumento anche linguisticamente valido per poter accedere efficacemente e facilmente al sapere istituzionalizzato, che con tali forme, anche con il passato remoto, è gestito. Noi non dobbiamo cambiare "quel" sapere, dobbiamo solo aiutare chi ne ha bisogno a potervi accedere in piena completezza.
La vera scommessa è rendere disponibile la torre d'avorio, renderla di pubblico accesso, non demolirla.
- Sapete bene che non mi disturba affatto che qualcuno abbia opinioni diverse dalle mie, considero anzi una ricchezza per il Progetto l'ipotesi che, quando nasca consenso, questo riguardi la più vasta gamma di mentalità ed orientamenti possibile.
Ciò che invece trovo inutilmente irritante, e probabilmente dannoso al Progetto, è vedere che le discussioni vanno sempre più spesso volgendo verso la brusca conflittualità, spesso, sempre più spesso, con sconfortanti cadute dell'educazione. Stili tribunizi, toni da "ora vi dico io", attacchi gentili ed indiretti (sempre meno gentili e sempre più diretti), divengono strumento di determinazione dei cambiamenti di it.wiki. Stride, questo clima, con ciò che ci si proponeva di veder sviluppare allora e non si ravvisa l'eventuale compatibilità con la WP che ne è seguita.
- WP non è stata creata per fornire strumento di riscatto a chi manchi di gratificazione nella vita reale. Se non siete in WP per vendicare torti subìti o angherie accettate senza poter reagire, preferite gentilmente l'uso delle convenzioni di educazione. O almeno di parte di esse. Proponete le vostre idee con educazione, lasciate che sia il ragionamento più acuto a vincere, non la voce più stridula.
Per questa ragione, di non voler lasciar cadere delle effervescenze smodate, mi permetto questa nota, che non intende affatto riaprire la discussione, ma solo lasciar traccia (perché in WP non si perda nemmeno la sua stessa piccola storia) di un piccolo passaggio col quale si intese aiutare it.wiki a crescere. Magari sbagliando, chi lo sa, ma non è con la maleducazione che l'eventuale errore si è individuato.
Riporto perciò qui il pezzo incriminato, perché chi un giorno ne avesse curiosità, possa rileggere come si pensava agli inizi per il meglio di it.wiki.
Consecutio temporum, ovvero la logica dei tempi |
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Nello scrivere una biografia, è pressoché impossibile che si stia parlando di personaggi del futuro: ogni soggetto meritevole di una menzione biografica sarà del passato o, al massimo, contemporaneo. Ma tutto ciò che ne diremo, tutto ciò che riterremo di dover menzionare nell'articolo, è già parte del passato, anche quando si parla di un nostro contemporaneo, poiché se l'azione non fosse già accaduta, non avremmo modo di parlarne (ed in un'enciclopedia si parla di cose di una certa concretezza, di fatti meglio che di congetture). Ecco dunque che ci si richiede un certo rigore linguistico, elemento inevitabile di un lavoro enciclopedico che descrive tutte le scienze e le dottrine, quindi anche la grammatica, la sintassi, la lingua. Tra i tempi passati dei verbi, sarà senz'altro più adeguato usare quello che classicamente si utilizza per argomenti biografici: il passato remoto. Per stile e per senso questo è infatti il tempo che ci occorre usare per rendere con precisione, con esattezza, i fatti che descriviamo, evitando gli altri tempi, il presente soprattutto, che (per ragioni che non occorre spiegare, ma che sono il succo della differenza) appartengono alla pratica del giornalismo ma non mai possono albergare in biografie ospitate su pagine enciclopediche. Dire che, per esempio, Giulio Cesare nasce a Roma significa commettere due errori in una frase sola: primo perché la contemporaneità dell'evento (motivazione necessaria per l'uso del tempo presente) è tutta da dimostrare, secondo perché il verbo prescelto è verbo di azione continuata. E la madre di Giulio Cesare non è più, al momento, in pieno parto, non ha ha più contrazioni. Nemmeno, peraltro, si può usare il presente ad indicare la ripetibilità dell'accaduto. Dunque: Giulio Cesare nacque a Roma, più semplicemente ed elegantemente. Una volta sola. Il cursus honorum del nostro amico Giulio potrebbe trarci invece in inganno: essendosi compiuto, è già consegnato all'eternità in una forma immutabile. Se egli fu la tal cosa, piuttosto che la tal'altra, ciò è già definito per sempre e pertanto, volendo considerare il suo carrierino come una sorta di virtuale oggetto, esso così ci appare oggi come già appariva, con lo stesso contenuto, qualche infinitesima parte di minuto secondo dopo il suo decesso. Parlando della sua carriera, perciò, si potrebbe essere portati a pensare che essendo la sua carriera rimasta immutata anche se osservata oggi, per questo se ne possa parlare al presente. Ma ancora sarebbe improprio: il cursus honorum in sé merita il tempo presente quando osservato analiticamente (il c. h. di G.C. comprende tutte le principali cariche della Roma antica), ma richiede il passato remoto quando osservato storicamente (il c. h. di G.C. si completò in breve tempo con la nomina a...). Insomma, l'uso del presente resta meglio adatto ai quotidiani, più che alla scrittura che rimane. Non diversamente (anzi!) accade per il tempo futuro. Segnalare che Cesare verrà ucciso alle Idi di marzo è altrettanto improprio: il fatto è già accaduto, non è una prevedibile evoluzione del nostro tempo. Non c'è ragione per usare questo verbo, nemmeno per indicare che questo evento sarebbe accaduto dopo l'evento narrato immediatamente prima. Questo tipo di consecutio, di successione fra i tempi verbali, fa ai linguisti "accapponare la pelle" ed ai giornalisti... "i capelli". Cesare, come sappiamo, fu ucciso alle Idi di marzo. La maestria nell'uso dei condizionali e dei congiuntivi, correderà infine il nostro rigorismo linguistico di bellezza comunicativa, dotando i nostri articoli di quel quid che distingue la nostra specialissima cultura, talvolta marinista ma sempre attenta all'estetica, e ci avrà regalato un articolo di pregio (e qui il futuro ci voleva, poiché questo è un fatto di certo avveramento ;-). |